martedì 28 aprile 2009

“PRENDERSI CURA DI CHI CURA” Il caregiver



Quello del caregiver è un lavoro di cura spesso sommerso e nella maggior parte dei casi a carico delle donne siano esse conviventi o presenti a breve distanza perché già impegnate nella conduzione della vita famigliare di coppia e dei figli ect. Un modus operandi visto come “naturale” così come curiosamente è naturale che altre donne, come le badanti o le operatrici assistenziali siano tutte “predisposte” a tali mansioni. Il caregiver si muove fra difficoltà diverse ed a volte estreme che possono procurare problemi di stress emotivo ragguardevoli. Gli stessi operatori sociosanitari, riconoscono come da parte loro vi sia un grave ritardo culturale nel “prendersi cura di chi cura” che rischia di diventare “la seconda vittima” della situazione. Spesso è sola/o nel gestire malati gravi, poco seguito da figure professionali adatte ad alleviare l’insorgere di ulteriore sofferenza, disagio, crisi emotive e pur trovandosi in un momento di grave difficoltà psicologica, esita ad uscire fuori dalle proprie mura domestiche, un po’ per pudore, un po’ perché pensa o vede come non vi siano luoghi idonei per cercare la comprensione e l’ascolto a misura del proprio problema.
Occorre, in questo senso, che i servizi (con l’esplicita promozione della politica) in collaborazione anche con soggetti diversi, organizzino una risposta urgente rispetto al caregiver ed al caregiver in difficoltà sostenendo il riconoscimento sociale del lavoro di cura, nel chiedere agli organismi preposti formazione ed informazione sui servizi, aiuti economici, insomma il modo migliore di accudire la persona con necessità complesse a domicilio. Questo aiutando chi cura ad uscire dall’isolamento e dalle difficoltà sostenendo anche “il bisogno di prendere un po’ d’aria”, del tempo per se stessi. Occorrono luoghi di ascolto e confronto con altre persone che vivono la stessa esperienza dove possano scambiarsi preoccupazioni, speranze, emozioni e qualora il prepararsi insieme ad elaborare l’inevitabilità del peggioramento della malattia e della scomparsa del proprio caro.

domenica 26 aprile 2009

Le celebrazioni del 25 aprile a Lissone…tutti insieme ed al risparmio del ricordo e della commemorazione







No non avete letto male, la celebrazione del 25 Aprile giorno della Liberazione, a Lissone è al plurale; la nostra amministrazione comunale ha deciso di rendere omaggio ai monumenti dedicati alle persone morte nel compimento del loro dovere e non, avvenuti in diversi periodi della storia d’Italia, in un solo giorno. Oltre all’omaggio alla stele dei Partigiani situata in Piazza Libertà ed al cippo commemorativo del Cimitero verrà reso omaggio al monumento ai Caduti di tutte le guerre, al monumento ossario dei Caduti, alla tomba del Maresciallo Valerio Renzi (vittima del terrorismo, ma non si festeggia il 9 maggio?), alla tomba dell’aviatore Corino (prima guerra mondiale), di Vignali (preside della prima scuola media di Lissone) e Agostoni (ciclista) ed al monumento ai dispersi.
Non era meglio dedicare, meritevolmente, ad ognuno di essi la loro giusta giornata ed organizzare le commemorazioni con l’aiuto di un Comitato come richiesto dal presidente ANPI Renato Pellizzoni? La nostra amministrazione non è dello stesso parere perché sostiene di avere già uno staff ben organizzato all’interno della struttura comunale e sostiene: “ non capiamo come la costituzione di un Comitato, possa migliorare l’accoglimento di proposte da parte di terzi, a meno che non si voglia sottintendere una scarsa attenzione dell’Amministrazione verso le associazioni, cosa che rifiutiamo in modo deciso.
Infine come ultimo atto, il Sindaco Fossati non ha permesso l’intervento commemorativo al presidente dell’ANPI di Lissone Renato Pellizzoni
Cliccate sull'immagine qui a fiano e guardate come nel 1970 l’Amministrazione Comunale del Sindaco Fausto Meroni (Democrazia Cristiana) organizzava il giorno della Liberazione.
I tempi sono cambiati, siamo in crisi, dobbiamo risparmiare…anche sul ricordo e sulla commemorazione.










sabato 25 aprile 2009

IL PRESIDENTE NAPOLITANO E LA COSTITUZIONE


" La Costituzione non è un residuato bellico, la leggerezza con cui oggi si assumono toni dissacranti verso di essa non possono essere ignorati nemmeno in forza dell'investitura popolare diretta o indiretta di chi governa" così si è espresso il nostro Presidente Napolitano presso la Biennale Democratica di Torino e di seguito "il 25 aprile non è festa di una parte sola tant'è che proprio nella Costituzione furono tradotti principi e diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all'antifascismo e alla Resistenza"
Può essere cambiata la Carta nella parte seconda come è gia avvenuto con il titolo quinto- riforma Bassanini, una riforma anch'essa rilevante per la vita del paese sul sistema amministrativo molto importante ,poichè è dal sistema amministrativo e della sua qualità che dipende la qualità della vita dei cittadini mediante servizi efficaci ed efficienti, verso i cittadini e le imprese. "L'amministrazione del quotidiano è come la costituzione del quotidiano " Appare invece più all'attenzione della maggior parte dei cittadini ciò che si discute da tempo, del superamento del bicameralismo perfetto in favore ad esempio di una Camera che rappresenti le Autonomie regionali e locali, dei poteri del presidente della Repubblica, dei poteri del Presidente del Consiglio; problemi che vanno trattati con equilibrio poichè investono direttamente la vita democratica, le garanzie ed i ruoli dell'opposizione e della maggioranza.
Non entriamo per ora nel merito del federalismo fiscale, ma vorremmo sottolineare, con le parole del presidente, come è solo con il Parlamento che si può aprire una nuova fase costituente, che potrebbe magari secondo noi fermare l'abuso dei Decreti legge, della questione di Fiducia, della Decretazione d'Urgenza insomma.
Norberto Bobbio ha detto: "la denuncia della ingovernabilità tende a suggerire soluzioni autoritarie" E Napolitano in sintonia con Bobbio, non è disposto a sacrificare la garanzia dei diritti di libertà, la tutela delle minoranze politiche, l'indipendenza della magistratura, il principio di legalità il potere del Capo dello stato come potere neutro. Ma pur convergendo che la Costituzione non debba essere un corpo morto, non possiamo non rilevare come accanto a cambiamenti seppure necessari della parte seconda, molta parte della prima sia male applicata ed addirittura calpestata.
Che ne pensano ad esempio i nostri lettori di tutta la questione legata a temi sensibili quali quelli così detti etici, dalla fecondazione assistita al testamento biologico dove la libertà dell'individuo o della coppia, della laicità dello stato soccombono a colpi di maggioranza sotto la scure di un vero e proprio Stato Etico? Bisogna attuare la Costituzione a partire, soprattutto dai diritti civili e sociali e della eguaglianza dei cittadini; una uguaglianza " che assicuri la libertà anche per i più deboli a prescindere anche dalla etnia o religione di appartenenza.

LA LIBERAZIONE


Abbiamo deciso di pubblicare il nostro primo post oggi, 25 Aprile 2009, giorno della Liberazione. Esattamente 64anni fa finì il periodo storico più pesante in termini di perdita dei diritti, di libertà di parola e di giustizia dell’ Italia intera.
Finalmente con la Democrazia e con la Costituzione, il popolo italiano potè riprendere piena coscienza delle ragioni per qualsiasi scelta della sua vita, senza condizionamenti. Citiamo l’art. 3
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
Ringraziamo tutte le persone che hanno sacrificato le loro vite e gli anni migliori della loro gioventù per la libertà, è grazie a loro se anche noi, blondebrunette, siamo qui a scrivere senza condizionamenti. Buon 25 Aprile a tutti