sabato 2 maggio 2009

Corso di autodifesa per le Donne a Lissone...


Con un recente provvedimento a cura dell’Assessore alla condizione femminile del comune di Lissone, abbiamo appreso dell’apertura di un corso per autodifesa delle donne da possibili aggressioni e quindi per prevenire anche la violenza sessuale. Va bene, poter evitare alle donne un trauma del genere, con un mezzo preventivo come questo. Ciò che dispiace è che da parte del competente assessorato, non si rifletta su tale fenomeno e non si sostengano quelle organizzazioni che anche sul nostro territorio danno aiuto e sostegno non solo inerentemente alla violenza sessuale ma anche ad una piuttosto diffusa che riguarda la violenza in famiglia, con tutti i risvolti immaginabili.
Famiglie italiane, lombarde, brianzole. Dagli articoli di cronaca nera, enfatizzati dai mas media, leggiamo solo di aggressioni attuate per lo più all’esterno, all’aperto e la maggior parte delle volte i colpevoli di questi atti sono persone straniere, come se la violenza fosse una questione etnica e non atti disumani commessi da individui bruti comunque.
Noi deploriamo con forza tutte le violenze e contemporaneamente ci poniamo una domanda: come mai non vengono parimenti messe in risalto, visto l’ultimo rapporto Istat e dalle organizzazioni sindacali della Brianza tre aspetti chiave sulla situazione italiana quali:
Violenza - perché a subirla nelle sue diverse manifestazioni in Italia sono le donne, ben 6 milioni lo scorso anno
Casa - perché la violenza nella maggior parte dei casi, circa il 70%, viene fatta da familiari, dal partner, dall’ex marito
Silenzio – perché dato sconcertante il 96% delle donne non denuncia l’accaduto e nel caso di violenza da parte del partner solo un 20% percepisce la violenza come reato.
Una ricerca del consiglio d’Europa, come sottolineato dall’Associazione Maschile plurale, ha recentemente sottolineato come l’aggressività maschile sia la prima causa di morte violenta e di invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in tutto il mondo e come, appunto, tale violenza si consumi fra le mura domestiche.
Siamo forse insensibili a ciò che purtroppo accade per strada? Certo che No! Ma se le strade non sono illuminate, compresa la nostra città, i quartieri sono dei ghetti dormitorio, la polizia o i carabinieri non hanno mezzi adeguati, compresa la benzina, sarebbero le “ronde” a prevenire e reprimere quel crimine odioso consumato in luoghi isolati o persino in mezzo alla gente che finge magari di non vedere?
Questa sarebbe l’abdicazione dello Stato, del suo ruolo, nonché portatrice di altri disordini, in cui come si è già visto le forze dell’ordine devono curare chi ronda !!!!
Dopo tante battaglie per la nostra emancipazione e libertà siamo ancora a lottare per uscire di casa senza subire violenza, siamo ancora a difenderci fra le mura domestiche… a fare dei corsi di autodifesa! Che tristezza!

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