sabato 31 ottobre 2009

LETTERE DALLA PALESTINA 1

DANILO VILLA, dell'Ufficio Politiche Sociali della CGIL di Monza e Brianza, ci invia via mail una serie di lettere scritte durante un viaggio in Palestina fatto di recente. Una settimana di viaggio e sei lettere, quattro sono di Danilo le altre due di Maria Grazia Misani sua compagna di viaggio.


Noi oggi pubblichiamo la prima, le altre a puntate e nelle prossime settimane, giusto il tempo di farvi riflettere ed assaporare pienamente questa intensa testimonianza.





Lettera da Betlemme

martedì 13 ottobre2009


Carissimi, è il terzo giorno della settimana per la pace ma abbiamo la sensazione di essere qui da molto di più.
Questo perché il programma degli incontri ed i lunghi spostamenti di domenica e lunedì sono stati intensi. Alzata all'alba e ritorno in albergo la sera tardi. Comunque siamo soddisfatti.
Prima di farvi una breve cronaca degli incontri vi dico qualcosa sul viaggio. Tutto ben organizzato, due voli uno da Roma partito prima e l'altro da Malpensa, dal quale siamo partiti. Sull'aereo ci viene distribuito un testo con informazioni su come rispondere alle eventuali domande del personale israeliano dell'aeroporto di Ben Gurion di Tel Aviv : “ motivo del viaggio, dove andremo, ecc.”
Siamo colpiti perché nelle risposte consigliate non compare mai la parola pace, scopo e obiettivo della nostra presenza. Un'omissione evidentemente consigliata dagli organizzatori per evitare fastidi. Ma fa impressione sentirsi in qualche modo fin da subito non del tutto liberi di dire e fare cose buone. L'impressione si sostanzia poi nei giorni successivi passando da un posto di blocco all'altro per muoversi in questa terra dove una strada divide un villaggio palestinese da un insediamento israeliano. Che dire poi del muro? Ricordare Berlino non basta. E' esteso, imponente, ti segue quasi ovunque.
Per questo bisogna partire presto la mattina. Ci vuole tempo per passare ai posti di blocco e non sai mai quanto.
Sabato sera appena giunti a Betlemme e prima di passare dall'albergo, ci siamo riuniti tutti i 400 delegati nella sala Vienna del Municipio. Accolti dalle autorità locali: sindaco, governatore, rappresentante dell'ambasciata italiana e dell'ufficio umanitario dell'ONU.
Parole gentili verso di noi e forti nel denunciare la sofferenza della città e della popolazione palestinese per il muro e per l'occupazione.
Il sindaco ha ricordato che Betlemme si e' gemellata per la prima volta nel 1962 con Firenze quando allora era sindaco Giorgio La Pira. Oggi e' gemellata con 20 città.
Abbiamo ascoltato le posizioni politiche che negli incontri con le organizzazioni dei giorni successivi sono state ripetute: “il popolo palestinese e' l’unico popolo del terzo millennio a pagare l'occupazione sebbene abbia accettato di fare la pace ( mi sono ricordato del Tibet). Pace però impossibile in queste condizioni, per l'espansione delle colonie , per la situazione terribile di Gaza, l'occupazione delle terre, gli espropri, ecc.”

Domenica visita alle organizzazioni di Nablus, città della resistenza palestinese

La mattina abbiamo incontrato il Segretario Generale del sindacato palestinese il “Palestine General Federation of Trade Unons” ( PGFTU).
La sua comunicazione ha riguardato le condizioni nelle quali si trovano i palestinesi che tutti conosciamo ma che qui hanno un sapore diverso, perché ci si accorge della complessa contiguità e difficile convivenza tra villaggi, città, quartieri dove vivono palestinesi e israeliani.
Non sono mancati i dati drammatici sulla disoccupazione palestinese che in Cisgiordania e' del 30/40% ed a Gaza dell'80%.
A peggiorare questi dati sono poi le condizioni di lavoro e fenomeni molto gravi di caporalato per chi addirittura lavora nelle colonie. Insomma si capisce bene come l'economia palestinese dipende da quella israeliana e dalla sua occupazione.
Per il sindacato la soluzione e' due popoli in due stati. Posizione ufficiale del governo palestinese.

Nel pomeriggio incontro con una ONG “AWWA”, introdotto dalla sua presidente.
Dopo averci ricordato la situazione (tutti comprensibilmente lo fanno), abbiamo provato un confronto con le ong presenti cercando di rispondere alla domanda quali proposte per un percorso di pace e cosa possiamo fare insieme. Vi posso solo dire che il dibattito e' stato molto interessante , alcune volte dai toni passionali accesi, ma siamo stati tutti in difficoltà nel rispondere alle domande. La via della pace in questa terra e' difficile.
Una nota: in Obama le organizzazioni palestinesi credono poco, non fosse altro per le tante delusioni prese per i comportamenti dei governi americani.
Molta speranza invece nel tribunale penale internazionale perché per la prima volta Israele e' stato accusato di crimini contro l'umanità, badate ci tengono molto a sottolineare che non dei crimini verso il popolo palestinese si tratta ma contro l'umanità. Sottolineatura che apre molte considerazioni.
Alla sera tutti i gruppi ( mi sono dimenticato di dirvi che siamo divisi in 8 gruppi con itinerari e programmi diversi) hanno confluito a Ramalla, per incontrare il primo ministro palestinese.
Parole chiare sulla necessità di ottenere l'autonomia del proprio stato configurato ai confini del 1967 e impegni precisi del governo che da 2 anni indipendentemente dalle condizioni date cerca di darsi una forma statale, attraverso investimenti in infrastrutture , servizi, welfare, ecc. Ovviamente nulla e' facile ma la via e' necessaria per rafforzare la negoziazione presentandosi al tavolo come uno stato funzionante e pronto ad intraprendere la propria autonomia. Molte parole sulla complessità di Gaza e richiami all'Europa perché si faccia promotrice del rispetto del diritto internazionale e sostenga la trattativa con più determinazione.

Lunedì, il mio gruppo, nel quale ci sono molti sindacalisti, e'andato a Cana per incontrare una realtà di lavoro molto interessante . L'azienda e' la Sindyanna Of Galilee, con dipendenti donne israeliane e palestinesi. Confezionano saponi che vengono da Nablus, commerciano olio che producono i contadini palestinesi, insegnano l'arte della cesteria alle donne palestinesi per sviluppare una economia domestica di sostegno. Sono inseriti in progetti di commercio equo solidale.

Poi abbiamo incontrato un'organizzazione che definirei para sindacale la W.A.C. a Nazareth.
Per spiegarvi chi sono e cosa fanno dovete sapere che in Israele il sindacato ufficiale HISTRADUT e' considerato socio fondatore dello stato ed ha goduto di un ruolo preminente fino al 1985, quando con la liberalizzazione dell'economia israeliana e l'esternalizzazione dei servizi pubblici, perde molto del suo potere e non essendo stato abituato ad avere rapporti con i propri iscritti (l'iscrizione al sindacato era quasi obbligatoria se volevi avere dei servizi compreso quello sanitario che appunto e' stato poi erogato dallo stato) e' passato da un tasso di iscrizione del 80 % della forza lavoro al 30% e meno degli iscritti attuali. WAC cerca allora di organizzare questo 70% di lavoratori non sindacalizzati, israeliani, arabi israeliani e palestinesi, sopratutto nei settori del trasporto, agricoltura, edilizia, scuola.

Pomeriggio a Tel Aviv incontriamo diverse organizzazioni che si occupano di lavoratori marginali, immigrati per esempio.
Una nota sola per mantenere la brevità del resoconto.
In Israele vige una legislazione sull'immigrazione definita “ la legge della porta girevole” Consiste in una certa facilità all'ingresso perché il paese ha bisogno di mano d'opera a basso costo ( asiatica e dall'Europa dell'est). Per entrare versano una tassa di 5.000 dollari, definita tassa di mediazione ( non ho capito bene se la versano addirittura al datore di lavoro, mi informerò) , poi vengono licenziati dopo pochi mesi, espulsi e rientrano per la stessa porta.
Ogni paese sugli immigrati compie le sue malefatte.
Infine per chiudere, sempre una nota di rilievo, Israele non ha una costituzione ma il diritto alla proprietà e' superiore al diritto di sciopero e ciò complica molto l'organizzazione sindacale dei lavoratori.

Oggi il programma e' più leggero e riguarda tutti ( non siamo divisi in gruppi): abbiamo un incontro nella mattinata e uno serale a Gerusalemme , per il resto visita alla città.

Vi racconterò nei prossimi giorni, ora vado a fare colazione.

Saluti

Danilo Villa





"La nonviolenza e' il primo articolo della mia fede. E' anche l'ultimo articolo del mio credo"
Gandhi









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