Recentemente presso enti ed associazioni di categoria sono pervenute alcune telefonate di utenti che segnalavano il problema del pagamento del parcheggio delimitato da strisce blu anche per portatori di handicap ed invalidi civili. A seguito di inesatte interpretazione, anche da parte di alcuni gruppi consiliari della minoranza, abbiamo approfondito la materia sperando di fare chiarezza per tutti gli interessati: dai portatori di handicap ai consiglieri comunali.
Ciò si verifica ovviamente quando gli interessati non trovano spazio nei posti ad essi assegnati in ambito comunale. Ogni Municipalità ha deliberato in modo diverso rispetto a questo aspetto: il problema sorge principalmente quando il parcheggio in questione viene appaltato ad una Società esterna incaricata della gestione e riscossione della cifra stabilita con atti istituzionali. Risalendo un po’ nella questione si torna al 2006 quando la Direzione Generale per la Motorizzazione del Ministero dei Trasporti – governo Prodi - aveva emanato una nota in data 6 febbraio 2006 prot.107, in cui prendeva posizione rispetto alla tematica della gratuità dei parcheggi delimitati da segnaletica blu a pagamento quando questi previsti dal Comune, fossero occupati da veicoli al servizio delle persone invalide detentrici di speciale contrassegno. Per il Ministero “è fuor di dubbio che NON si possa chiedere il pagamento di una tariffa oraria a chi trovando occupato il sito per essi previsto ….. non vi ha trovato accesso…e quindi questo disagio è imputabile ad una mancata previsione da parte dell’Ente proprietario di un maggior numero di posti riservati..” Pertanto secondo il Ministero il parcheggio in posteggi normalmente a pagamento, delimitati da segnaletica blu, deve essere GRATUITA”.
Ma in seguito interviene una sospensiva? Un annullamento? della nota ministeriale poiché una società privata, a cui una grande città aveva appaltato la riscossione e la gestione del parcheggio a strisce blu, ricorre al TAR del Lazio.
Il TAR con sentenza n. 6044 del 25 maggio 2006 ha accolto tale ricorso e annullato/ sospeso la nota ministeriale?. Ora il TAR del Lazio notoriamente costituisce giurisprudenza, così ogni Comune si è regolato come meglio ha ritenuto opportuno. Occorrerebbe ora una nuova normativa che disciplini in questo caso la materia. Ai cittadini interessati non rimangono strumenti normativi per invocare la gratuità incondizionata dei parcheggi regolamentati ed a pagamento. Inoltre possono richiedere la gratuità della sosta, sempre disponendo dell’apposito contrassegno arancione per invalidi, solo nelle aree custodite, ma se i posti riservati sono occupati, da altri titolari di contrassegno, il pagamento è dovuto.
La sentenza del TAR del Lazio paradossalmente interessa marginalmente i Comuni che vogliono favorire la sosta delle persone con disabilità nel territorio di competenza, prevedendo la gratuità dei parcheggi- normalmente a pagamento- lungo le carreggiate o nelle aree di sosta incustodite, gestite dal proprio personale o dalla Polizia Municipale. I problemi si pongono nel momento in cui la gestione di parcheggi – tutti non solo quelli in struttura e custoditi- è stata affidata in convenzione ad aziende terze che possono pretendere, in forza della sentenza del TAR, un’esatta previsione dei posti da riservare gratuitamente. In questo caso è la convenzione per la concessione che stabilisce le regole. Di fatto, sottolinea anche una nota della Regione Lombardia, devono essere rispettate le indicazioni dell’art.11 del DPR n.503\1996 nella parte in cui prevede che almeno un parcheggio 50 o frazione sia riservato e gratuito. La convenzione può imporre un numero maggiore ma non un numero minore, poiché costituirebbe una violazione di legge. Quindi il ruolo delle Amministrazioni è rilevante sia se la gestione è propria sia che la gestione sia stata appaltata a terzi. E’ evidente come aldilà delle questione tecniche e giuridiche si aprano una serie di problemi e di questioni che si pongono quando i p.d.h. o gli invalidi civili non trovano posto nei normali siti ad essi riservati:
- innanzitutto è ovvio che il buon senso delle amministrazioni sostenga il diritto dei portatori di handicap o invalidi civili ad essere agevolati e tutelati nella vita quotidiana, mediante tutti gli strumenti idonei, compreso il parcheggio agevolato soprattutto vicino a servizi sociali o sanitari, scuola, etc. Ma qualora le delibere comunali contengano agevolazioni tariffarie significative per queste”categorie” sembra sbagliato pensare ad una modesta compartecipazione alla spesa?
- alcune municipalità adducono, per “rinforzare” la propria scelta, come sul proprio territorio vi sia una esuberante numero di contrassegni arancioni utilizzati. Ma, pur convenendo come purtroppo spesso vi siano degli abusi, non spetterebbe alle Autorità Competenti come le ASL, la Polizia Urbana etc, vigilare sul rilascio e sanzionare gli approfittatori? Altrimenti sono i disabili a pagare le conseguenze di comportamenti disonesti e lassisti.
Dovrebbero essere i Comuni, l’ANCI Lombardia e la ASLMB ad intervenire affinché le regole ed i criteri siano chiare e rispettati.
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